19 settembre 2009

"Cora, ma che bella sorpresa!"Julia accolse la sua amica nella sua camera lussuosa e grande. Profumava di loto, la fragranza preferita di Julia. Sulla toletta c'era un mazzo di rose rosse appena sbocciate. Il letto, sfatto, era un groviglio di lenzuola e di coperte. Julia era davanti allo specchio che si stava facendo acconciare i capelli da una domestica. I suo lunghi capelli castano chiaro erano simili alla seta, morbidi e lisci. La domestica li stava arricciando con il ferretto caldo. I boccoli le ricadevano lungo in collo e le spalle. Con una parte dei capelli invece fece uno chignon sulla sommità della testa.
Cora si tolse il cappellino bianco e si sedette sul letto, le mani incrociate in grembo.
"Come mai qui, tesoro?"le chiese Julia.
"Mi chiedevo se avevi voglia di spendere un pò con me per Harrods e Harvey Nichols."rispose Cora sorridendole attraverso lo specchio.
"Mmh. Va bene, Cora."Julia la guardò con i suoi occhi castani, magnetici e penetranti. "Puoi andare Georgie."disse poi mandando via la domestica.
"Misses"Georgie fece un leggero inchino alle due donne e sparì dalla stanza.
"Cora ci conosciamo da quando siamo bambine. Cosa c'è che non va? Non sei una spendacciona e vai per negozi solo se hai dei pensieri che ti frullano per la testa."Julia si sedette accanto a Cora. Le prese le mani guantate e le strinse. Poi, fissò lo sguardo sulla rosa di pasta di sale, sorridendo. "E' un regalo di uno spasimante?"ridacchiò.
"No. E' il regalo di compleanno che mi hanno fatto i bambini del St. James. E, tu, piuttosto... quelle rose sono di uno spasimante, vero?"Cora rise e si avvicinò alle rose, annusandole. Erano profumatissime.

"Già. Sono del giovane Philippe Locke. Mi sta corteggiando da un pò, sai? Sono già due settimane che viene per il the delle cinque."disse Cora con un sorriso sognante sulle labbra.
"Oh. Che bello. Pensi di sposarlo?"Cora si voltò, pensando che lei non aveva ancora avuto corteggiatori. Eppure, aveva debuttato in società due anni prima ed era ricca, era una baronessa.
"Se papà accetterà la sua proposta..."gli occhi di Julia luccicavano come stelle in una notte d'estate.
"Beate te, Julia. Se mi sposassi, potrei andare via da Londra."mormorò amara Cora, dando le spalle a Julia.
"Cos'ha che non va Londra, mia cara? E' il centro della civiltà e dell'aristocrazia, e l'Inghilterra è la prima potenza europea."Julia si avvicinò a Cora mettendole una mano sul braccio.
"Sì, certo. Ma io mi sono stufata di vivere a Londra. Voglio cambiare vita."Cora si voltò e si precipitò a prendere il cappello. Lo indossò e prese la borsettina blu sul letto, agganciandosela al polso. "Andiamo?"chiese poi.
"Sì, andiamo. Mi spiegherai tutto lungo la strada."Julia la prese a braccetto e, entrambe, scesero dabbasso.

Harrod's era a Knightsbrigde. Costruito nel quartiere dell'East End, nel 1849 fu trasferito nel quartiere dove ora si trovava. Era formato da 7 piani contenente 300 reparti. Cora e Julia si trovavano in un negozio di abbigliamento. Cora aveva voglia di spendere e aveva già comprato un capello rosso da abinare all'abito da cavallerizza rosso e nero che aveva a casa, un corpino intimo di pizzo e seta, poi degli stivaletti meravigliosi di pelle con un fiore di pizzo e mussola sul centurino. Un garzone aveva portato pacchi e pacchettini in carrozza per alleggerire le due donne.
"Allora Cora. Cos'è questa storia, cosa vuol dire che non vuoi più vivere a Londra?"chiese Julia mentre osservava del raso indaco, perfetto per una delle serate della saison. Non vedeva l'ora di trasferirsi in Scozia per l'estate: il clima era perfetto per ballare, non faceva caldo come a Londra. E poi ci sarebbe stato il suo Philippe.
"Vuol dire che sono stufa di tutto questo, Julia. E' così difficile da capire?"rispose Cora lisciando della mussola con le dita.
"Sì, è difficile da capire dal momento che sembri una pazza. Londra è la tua città, ci sei nata e cresciuta. Perché lasciarla?"disse Julia mentre dava le sue misure alla commessa. "No, novantaquattro, non ottantasette."la corresse mentre prendeva nota del giroseno.
"Perchè sono ventitré anni che vivo sempre nella stessa città, Julia!"urlò Cora facendo calare il silenzio nel magazzino.
"Cora!"Julia la prese per un braccio e la trascinò fuori i magazzini. "Cosa diavolo ti prende?"disse poi al di fuori.
"Mi prende che sono stufa. Mio padre è sempre via, mia madre se n'è andata quando ero piccola..."sussurrò Cora, guardandola con i suoi occhioni verdi. "Me lo ricordo quel giorno sai? Quando mia madre se n'è andata. Era febbraio e c'era la neve. Stava litigando con papà, ad alta voce. Diceva che amava Kenneth e che lui, il papà, era solo un peso per lei. Papà l'aveva scongiurata di rimanere per me. Quella donna aveva detto che non mi voleva, che non provava affetto per me, che non era capace a fare la madre. L'ho vista salire in carrozza e andarsene. Avevo cinque anni."mormorò infine.
"Oh, Cora, piccola." Julia le strinse le mani, addolorata per la sua amica.
"Voglio tornare a casa, Julia."Cora si incamminò verso la carrozza.
"Eh no, mia cara. Ora, Cora, ci andremo a divertire."Julia la prese per mano, ridendo.
"Cosa...?"Cora la guardò spaventata. Julia era sempre stata una sventata... e forse doveva cominciare ad esserlo anche lei.
"Andiamo al Covent Garden. Ci sono gli artisti di strada: sputafuoco, giocolieri, mimi!"rise Julia, trascinandola in carrozza.
"Ma... è sconveniente!"disse Cora, scandalizzata.
"Senti, Cora, hai detto tu che vuoi cambiare vita, no? Allora comicia da qui, dalle piccole cose."
"Hai ragione, Julia. Andiamo al Covent Garden!"ridendo, Cora entrò in carrozza.
Se voleva lasciare la sua vita vecchia per appropiarsi di una vita nuova aveva ragione Julia, doveva cominciare a cambiarla dalle piccole cose.

4 commenti:

  1. wow wow wow!!! bellissimo!!! aggiorna presto che voglio leggere il seguito!!!!!!!!!!!

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  2. se vi piace il fantasy, venite a leggere anche la mia storia su:
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    vi aspetto nella sezione:scrittura- la lacrima d'argento....ciao

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  3. lady, fai un riquadro HTML e inserisce i banner dei siti, così metti pure il mio, lo trovi a Banner...baci

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